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Fiocco rosa per la musica Crossover: Lucia Rubedo consacra la sua stella

Aggiornamento: 24 ott 2024




Oramai è certo, dopo nemmeno un anno dal suo primo disco “Canto”: con il riconoscimento “Operatic Pop” appena ritirato a Lugano, è nata definitivamente la stella di Lucia Rubedo, meravigliosa voce soprano che unisce la lirica con la musica pop. 


Soprano pura, Lucia Rubedo si concede al crossover perché dotata di una vocalità senza confini. È decisamente fiocco rosa per la Musica Crossover, perché Lucia si è innamorata di questo stile e i riconoscimenti ricevuti da quando è uscito il suo disco (solo pochi mesi fa) sono stati vari. Cremonese di nascita, si avvicina allo studio del pianoforte a nove anni. Inizia gli studi del canto successivamente con il baritono Giuseppe Riva. Da lì, un percorso di approfondimenti che continua ancora oggi e che ha portato questa giovane cantante ad essere notata anche in un programma televisivo di indiscusso successo: “Tú sí que vales”,  talent show, varietà e game show, in onda in prima serata su Canale 5 e campione di ascolti. La sua performance è andata in onda lo scorso 19 ottobre, e ha riscosso forte apprezzamento sia da parte dei giudici che del pubblico in sala. Probabile, pertanto, che la rivedremo più avanti nel corso del talent.


Operatic Pop: una fusion tra due stili diversi, e all'apparenza teoricamente non conciliabili. Invece,  nei fatti,  un nuovo affascinante genere. Quando hai scoperto il crossover? Perché ti appassiona così tanto ?


In realtà non c’è un momento preciso della mia vita in cui posso dire di aver scoperto il crossover. Indipendentemente dal genere musicale, ho sempre amato e ascoltato qualsiasi tipo di musica. 

Ho fatto studi classici, ma non mi sono mai focalizzata su un unico genere musicale, e questo mi ha permesso di ampliare i miei confini fino a sentire l’esigenza di voler sperimentare ed esprimere un mio personale modo di cantare. In generale, non ho mai obbedito a un canone freddo e vuoto o a una tecnica sopraffina e distaccata: mi definisco un’anima ribelle. 

L’incontro casuale e fortuito con il compositore Fabrizio Campanelli, mio produttore, e la mia voglia di evolvere vocalmente hanno portato alla realizzazione di “Canto”, il mio primo album, che è uscito il 12 dicembre scorso. 

Questo progetto mi ha messo veramente alla prova. Ho finalmente potuto realizzare un genere che unisce gli aspetti più belli del belcanto e del pop senza badare a null’altro che all’espressività e alla comunicazione. Ciò che conta è poter entrare in un mondo che abbia la vita dentro, che permetta di specchiarsi e di rispecchiarsi, che catturi. 

Cerco ad ogni esibizione di trovare quel giusto mix di ingredienti per coinvolgere  il pubblico, e permettere a chi mi ascolta di affacciarsi alla finestra di un mondo – il mio - che non si vede, ma che si percepisce attraverso il mio cuore di artista. Ritengo che alla fine, alle persone che mi ascoltano, dei confini o delle etichette non interessi assolutamente nulla.

Il crossover credo abbia molte cose in comune con la mia personalità. È in fin dei conti il risultato di due generi completamente opposti, ed io mi rispecchio in questa descrizione.

Ho una personalità particolare: percepisco di far coesistere elementi di luce e di ombra, di metallo luccicante e di morbide piume, di lame taglienti e soffi delicati che convivono con le mille sfumature di colori della musica.


Il Premio di Lugano inaugura un percorso internazionale: dove speri di cantare tra dieci anni? Come ti vedi? 


Questa è una domanda molto difficile. Parto dal presupposto che la vita possa cambiare rapidamente; ho imparato a non aspettarmi nulla e a vivere il presente che mi è concesso di vivere, che è l'unica cosa che ci appartiene veramente. È anche bello, del resto, farsi sorprendere dalla vita!

Ci sono molti posti prestigiosi al mondo dove potrei volermi trovare tra dieci anni, e non saprei sceglierne uno soltanto. 

Dai primi saggi musicali ai primi concerti di paese, fino ad arrivare a concerti internazionali, il mio impegno non è cambiato: ho sempre dato ad ogni esibizione la stessa importanza, perché le persone che sono lì ad ascoltare meritano la mia parte migliore. 

Tra poche settimane inizierò una collaborazione musicale con un ragazzo cubano, vero e proprio talento con il contrabbasso. Lavoreremo insieme per costruire un concerto da portare direttamente in tour a Cuba tra qualche mese.

Un giorno - sogno di farlo prima dei dieci anni – mi piacerebbe esibirmi al tempio sacro di ogni artista: l’Arena di Verona.

Mi auguro in ogni caso di avere il coraggio di continuare questo mestiere nonostante i mille dubbi e le infinite paure, e di vivere esperienze che mi facciano crescere sia come donna che come artista. Non ultimo, vorrei rimanere l'instancabile sognatrice che sono sempre stata: i sogni sono il motore del mondo e nessun essere umano dovrebbe mai smettere di stare sulle nuvole.


Il 2024 è stato finora un anno molto intenso: quali step vogliamo ricordare, e che sensazioni e sentimenti ti hanno lasciato dentro?


Sì, il 2024 si è rivelato inaspettatamente un anno molto emozionante per la mia vita. Dall’uscita di “Canto”, non mi sono mai fermata. 

Quante sensazioni in questi mesi…

All’inizio ero preoccupata di non essere capita come artista e di non arrivare al cuore di chi mi avrebbe ascoltata. Ho vissuto comunque questo ultimo periodo senza aspettative, ed è stata una scoperta continua vedere come questo “Canto” abbia iniziato piano piano a ricevere interesse da parte dei social, dei media, delle radio, del pubblico; così tante cose che neanche immaginavo, inclusi ben tre  riconoscimenti che ho ritirato.  

Dopo il  Premio Voce Rivelazione dell'Anno al Teatro Ghione di Roma, e il Premio della Musica al Teatro della Regina di Cattolica,  ora si è aggiunto anche l’importante riconoscimento internazionale Operatic Pop

Sono ancora molto emozionata e sto riflettendo intensamente sul percorso che mi auguro di compiere e su cosa voglia dire realizzarlo. Oggi ho una consapevolezza, che si è sommata alla riconoscenza, che mi permette forse di mettere a fuoco cosa significhi “realizzare un sogno”: non è tanto la concretizzazione di un momento preciso, ma è proprio il percorso stesso. La mia ossessione di migliorarmi continuamente fa sì che non appena raggiunga un obiettivo, stia già cercando di capire come raggiungere quello successivo. 

Il riconoscimento di un talento è quanto di più bello si possa ricevere, se questo nasce dalla condivisione con chi ti ascolta. 

Voglio ricordare in particolare altri due momenti recenti: la serata del 13 giugno scorso, giorno della premiere di “Canto” al Teatro Belloni di Barlassina, accompagnata al pianoforte da Andrea Napoleoni. 

E poi quando a luglio ho risentito la mia voce al cinema nella colonna sonora scritta da Vito Lo Re nel film “L’anima salva”.

Ho imparato che alcune sfide possono sembrare montagne da scalare, ma i mesi scorrere come giorni, accompagnata dal mio staff e dalle persone che mi vogliono bene. Un grazie enorme lo devo a me stessa: ho sempre insistito nel voler vivere di musica. 


La tua recente partecipazione televisiva su Canale 5 ti ha presentato al pubblico come "una che vale": come hai vissuto questo debutto in un talent visto da milioni di telespettatori?


A novembre 2023 sono stata su Rai 2 e sabato scorso a Mediaset. Entrambe due bellissime esperienze. È stato curioso anche vedere come funzioni un programma televisivo, osservare quante persone lavorino con passione infinita nel backstage. Ho conosciuto anime gentili, disponibili e molto attente ad ogni esigenza degli artisti che si preparavano ad entrare in scena. Un grazie particolare a Walter, la persona che mi ha seguita passo passo. Se sono rose, adesso fioriranno. Io voglio continuare a crederci.


Lisa Bernardini 

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